Un libro al centro di uno spettacolo felice. La macchina della felicità di Falvio Insinna si ferma ad Altomonte per l´Euromediterraneo 2016 e rende merito ad un festival che titola la sua ventinovesima edizione “terra di mezzo“.
Dopo aver omaggiato la bellezza, l´appuntamento per il pubblico, che gremisce l´anfiteatro Belluscio, é con la Felicitá.

Una scaletta che é una scalata ed una introspezione. Un viaggio, ricco. Intenso. pieno, come le parole che raccontano l´amore di Laura e Vittorio. Quella cercata, condivisa, da trovare. Da volere.
“Esiste un diritto alla felicità”, come quello sancito dalla costituzione americana, quella che l´etica classica chiamó eudaimonia (εὐδαιμονία), la felicità naturale per l´uomo. Ma é anche un atto di coraggio, è prendere le distanze da qualcos’altro. È nostalgia, mancanza, accoglienza, attenzione, abbracci.
Flavio Insinna é un istrionico cavaliere della felicità, la difende a spada tratta, in compagnia della sua piccola orchestra con al pianoforte Angelo Nigro, Giuseppe Venezia al contrabbasso, Vincenzo Testa al sax, Saverio Petruzzellis alla batteria per la voce raffinata di Letizia Liberati.

La felicità é l´ isola che c’è. E se onda su onda diventa l´inno all´ accoglienza ed introduce alla lettura degli scritti di Giorgio Gaber intanto le note di Imagine di Jhon Lennon avevano già portato il pubblico in una dimensione altra.
Una scenografia fatta di proiezioni, immagini dove i bastimenti che partirono per le americhe si mischiano ai barconi di chi arriva per lasciarsi alle spalle “i loro panni stesi in fiamme” e Flavio Insinna vive e fa rivivere i versi Erri De Luca e ancora Gandhi per ricordare che forse, un po tutti, siamo alla ricerca di una vita migliore e canta, canta l´armoniosa voce della Liberati, canzoni che non hanno tempo e con lo swing di Nicola Arigliano misura il peso della felicità: “Perché in cielo è scritto che ognuno ha diritto a un grammo di felicità”.
“Zingari delle parole“. Loro, che sul palco sono protagonisti di uno spettacolo che é un concentrato di complicità artistica. E c´è spazio per Calvino, per Bukowski e ancora Giorgio Gaber, Fabio Concato per questo viaggio “tra l´ inferno e il deserto” che si chiama amore, che diventa nello spettacolo di Flavio Insinna il sinonimo della felicità.

Non mancano i supereroi, l´io bambino, e non manca l´ intramontabile Vivere di Vasco Rossi che diventa un monito che chiude ma non segna la fine di una serata magica che regala il sogno.
E nella notte che accende la fiaccola delle olimpiadi di Rio dove tra le bandiere c´é anche quella dei rifugiati, a rappresentare una nuova compagine sportiva e non solo, Altomonte Euromediterraneo terra di mezzo ha emozionato il suo pubblico confermano che la cultura, per chi ci crede davvero, é una impresa -felice- di bellezza!
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